Il Museo
La Zona Umida
Centro Cultura-Natura
La raccolta del sale: evoluzione tecnica nel tempo |
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Essa si muoveva in senso perpendicolare alla lunghezza del bacino,su due tubi binario al centro dei quali una carpenteria metallica sosteneva e consentiva il moto rotatorio ad un nastro trasportatore in gomma, il quale dopo aver ricevuto il sale da una apposita ruspa, portava il sale ad una delle due norie poste alle estremità della raccoglitrice. Le norie a loro volta erano formate, oltre che dalla cabina di manovra, da un’ulteriore nastro verticale a tazze, che preso il sale dal nastro trasportatore orizzontale, lo sollevava per farlo poi uscire da un foro praticato in alto alla noria, che provvedeva a riempire una serie di convogli ferroviari di ridotte dimensioni adibiti al trasporto del sale dal bacino di raccolta; ad una buca di scarico. Infine una serie di ulteriori nastri trasportatori provvedevano ad indirizzare il sale su un Carroponte ,dalla cima del quale cadendo, formava una montagna alta circa 20 metri e lunga alcune centinaia di metri. Questo tipo di raccolta-sale però non è più operante, in quanto soppiantato dalla raccolta pluriennale. In questa il sale non viene raccolto ogni anno come per la raccolta di tipo stagionale, ma ogni 3 o 5 anni, a seconda delle necessità di mercato.
Accanto a questo che è già di per sé un valido motivo di trasformazione ve ne sono altri relativi ad un minor impiego di manodopera e non ultimo quello di produrre un sale più puro, cioè privo di inerti quali argilla, pietrisco e ossido di ferro. Anche la raccoglitrice per la raccolta del sale pluriennale si è dovuta rinnovare, passando da quella tradizionale e mastodontica già descritta, ad un’altra di concezione e funzionalità più moderna e confacente alla nuova realtà che si è venuta a creare: dimensioni notevolmente ridotte rispetto alla prima, ridotto numero di addetti al suo funzionamento, con la possibilità infine, di caricamento dei camion direttamente nel bacino. Da qui esso viene prelevato e trasportato alla buca di scarico per proseguire poi il consueto percorso sul nastro trasportatore, per passare poi al carroponte e da qui sull’aia di ammassamento per la formazione delle montagne di sale. Qui il sale dovrà stagionare per un periodo non inferiore a 40 gg.; la stagionatura consiste nella perdita da parte del sale ammassato sulle aie del Cloruro di Magnesio dello sgradevole sapore amarognolo. Negli ultimi anni si è verificata la definitiva messa a punto del nuovo sistema di raccolta, in quanto il transito continuo dei camion sulla incrostazione salina (spessore variabile da cm.50-90) provocava sprofondamenti tali da impedire la pratica realizzazione del trasporto del prodotto fuori l’ambito dei bacini salanti.
Ecco così risolto il vero problema degli sprofondamenti che vengono annullati dallo spessore realizzato con i travoni di sale , sui quali i camion transitano agevolmente. Questo tipo di raccolta, unico al mondo, è il fiore all’occhiello della Salina di Margherita di Savoia, e negli anni a venire sarà senz’altro assunto da altre saline marittime, specie quelle africane. |