La raccolta del sale: evoluzione tecnica nel tempo Stampa

Evoluzione della lavorazione del saleSino a qualche anno fa la raccolta del sale avveniva annualmente a fine campagna salifera (maggio-settembre) si provvedeva a raccogliere il sale prodotto nelle caselle salanti (bacini). Essa aveva inizio nella seconda metà del mese di Agosto, con l’impiego di macchine raccoglitrici semoventi la cui lunghezza, da 150 a 200 metri, era pari alla larghezza del bacino interessato alla raccolta.

Essa si muoveva in senso perpendicolare alla lunghezza del bacino,su due tubi binario al centro dei quali una carpenteria metallica sosteneva e consentiva il moto rotatorio ad un nastro trasportatore in gomma, il quale dopo aver ricevuto il sale da una apposita ruspa, portava il sale ad una delle due norie poste alle estremità della raccoglitrice.

Le norie a loro volta erano formate, oltre che dalla cabina di manovra, da un’ulteriore nastro verticale a tazze, che preso il sale dal nastro trasportatore orizzontale, lo sollevava per farlo poi uscire da un foro praticato in alto alla noria, che provvedeva a riempire una serie di convogli ferroviari di ridotte dimensioni adibiti al trasporto del sale dal bacino di raccolta; ad una buca di scarico.

Infine una serie di ulteriori nastri trasportatori provvedevano ad indirizzare il sale su un Carroponte ,dalla cima del quale cadendo, formava una montagna alta circa 20 metri e lunga alcune centinaia di metri. Questo tipo di raccolta-sale però non è più operante, in quanto soppiantato dalla raccolta pluriennale. In questa il sale non viene raccolto ogni anno come per la raccolta di tipo stagionale, ma ogni 3 o 5 anni, a seconda delle necessità di mercato.

Questo è infatti uno dei molteplici motivi che ha suggerito di intraprendere una sorta di trasformazione nel metodo di raccolta: infatti in passato un mercato instabile del sale ha indotto la Salina a non procedere alla raccolta del sale per mancanza di spazio sulle aie di ammassamento; da qui la geniale intuizione di lasciare deliberatamente stazionare il sale nelle caselle salanti fin tanto che le necessità di mercato non ne giustifichino il prelievo.

Accanto a questo che è già di per sé un valido motivo di trasformazione ve ne sono altri relativi ad un minor impiego di manodopera e non ultimo quello di produrre un sale più puro, cioè privo di inerti quali argilla, pietrisco e ossido di ferro. Anche la raccoglitrice per la raccolta del sale pluriennale si è dovuta rinnovare, passando da quella tradizionale e mastodontica già descritta, ad un’altra di concezione e funzionalità più moderna e confacente alla nuova realtà che si è venuta a creare: dimensioni notevolmente ridotte rispetto alla prima, ridotto numero di addetti al suo funzionamento, con la possibilità infine, di caricamento dei camion direttamente nel bacino.

Da qui esso viene prelevato e trasportato alla buca di scarico per proseguire poi il consueto percorso sul nastro trasportatore, per passare poi al carroponte e da qui sull’aia di ammassamento per la formazione delle montagne di sale. Qui il sale dovrà stagionare per un periodo non inferiore a 40 gg.; la stagionatura consiste nella perdita da parte del sale ammassato sulle aie del Cloruro di Magnesio dello sgradevole sapore amarognolo.

Negli ultimi anni si è verificata la definitiva messa a punto del nuovo sistema di raccolta, in quanto il transito continuo dei camion sulla incrostazione salina (spessore variabile da cm.50-90) provocava sprofondamenti tali da impedire la pratica realizzazione del trasporto del prodotto fuori l’ambito dei bacini salanti.

Raccolta del sale con automezziL’applicazione tenace dei tecnici della Salina di Margherita di Savoia ha portato a modificare definitivamente la raccolta della incrostazione salina pluriennale inventando un tipo di raccolta meccanica del sale che è stata chiamata “A TRAVONI DI SALE”. Essa consiste, una volta scaricata l’acqua “madre”, esistente sulla incrostazione salina, di accedere nel bacino salante con un certo numero di escavatori e procedere alla formazione di travoni di sale che non sono altro che delle vere e proprie piste sulle quali operano gli stessi escavatori che caricano il sale sui camion che provvedono a trasportarlo sulle aie di ammassamento.

Ecco così risolto il vero problema degli sprofondamenti che vengono annullati dallo spessore realizzato con i travoni di sale , sui quali i camion transitano agevolmente. Questo tipo di raccolta, unico al mondo, è il fiore all’occhiello della Salina di Margherita di Savoia, e negli anni a venire sarà senz’altro assunto da altre saline marittime, specie quelle africane.

 

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